alessio ninu

LEGGENDA

Fu già difficile, anche in quell’epoca, per quella malattia di voler vivere. Mille e vent’anni fa un vento lo portò. Strano destino, il suo, per l’immortalità. Ha messo coperte soffici di seta in letti incantati e fatali, nel preciso attimo in cui la luna si oscurò senza mostrare più la gabbia di metallo del drago stolto e imprudente. Criniere, corse, voli e scosse di zoccoli, e piume fate strette al braccio e streghe che ha già perduto.
E volendo correre su distese auliche prima che la luce giunga buia, prima che diventi forma. Urla di dolore e al suolo si accasciò bestemmiando frasi fatte di preghiere: "E sia quel che sia: o vivo o muoio anch’io!". E ha vissuto in castelli dove la foresta ci si arrampicava sino alla torre più alta; e ha veduto due dozzine di bagliori di Oltre, violente e accecanti coincidenze di forze. (Ha disegnato le espressioni del suo volto con l’indelebile inchiostro degli eventi vissuti... al cospetto del suo coraggio ogni creatura resta ammirata, immobile, al suo passaggio l’oceano si placa e trattiene il respiro!).
Quando sa che è giunta l’ora, sabbia tra le dita a clessidra, un refolo, avviso della nave in arrivo... e cento remi d’oro e d’argento. Nel silenzio (totale) lui si chiude il mantello, incedendo più lento senza cedere il capo... e la pioggia, che inizia a cadere, lo dissolve mentre ancora si muove... con i tratti del corpo lentamente più semplici (e dei suoi passi resta solo l’impronta e una polvere luccicante). Fino a che scomparve nel mare sussurrando la musica della sua leggenda... che la gente ignara racconta. Mille e vent’anni fa un vento lo portò. Strano destino, il suo, per l’immortalità.

a l e s s i o n i n u . i t